martedì 6 maggio 2008

Verona, morto il ragazzo pestato

BASTA........!!!!!!! NON SE PUO' PIU......!!!!!! Stupri, scippi, minacce, ubriachi e imbottiti di stupefacenti che guidano e UCCIDONO passanti, ciclisti, persone che aspettano un autobus o semplicemente fanno due chiacchere........ma dove siamo finiti????????
Ci promettono sicurezze e ZERO tolleranze.........BASTAAAA......!!!!!!! Vogliamo i fatti, una legge piu' severa ma soprattutto FATTA RISPETTARE.......!!!!!!!!!!!!!!!!!



Il giovane massacrato di botte da un gruppo di estremisti di destra non ce l'ha fatta. Dopo la confessione di Raffaele Dalle Donne fermati altri 2 giovani

Verona, morto il ragazzo pestatoPresi altri due aggressori

I genitori autorizzano l'espianto degli organi. Ricercati altri due membri del gruppoIl testimone: "Stavano zitti e picchiavano. Sembravano delle bestie"

Verona, morto il ragazzo pestatoPresi altri due aggressori
Il luogo del pestaggio a Verona

VERONA - Non ce l'ha fatta Nicola Tommasoli. Il giovane ricoverato all'ospedale Borgo Trento di Verona dopo essere stato selvaggiamente picchiato la notte del primo maggio è morto. Alle 18 il collegio medico dell'ospedale ha concluso il periodo di osservazione iniziato dopo l'assenza di attività cerebrale. I genitori di Nicola hanno espresso il desiderio di donare organi e tessuti. Caccia a due complici. Fermati nella notte altri due giovani coinvolti nella brutale aggressione. Avrebbero ammesso le loro responsabilità convincendo la magistratura a trasformare il fermo in arresto nel carcere veronese di Montorio. Si tratta di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20, promoter finanziario, catturati a Illasi, un paesino a una ventina di chilometri di distanza da Verona. Ieri si era costituito e aveva confessato Raffaele Dalle Donne, un estremista di destra già noto alle forze dell'ordine per episodi di violenza. Gli altri due componenti del gruppo non ancora arrestati sono ricercati ma già identificati. Conosciuti con i soprannomi di Pero e Tabuio, risultano fuggiti all'estero con l'auto della madre di uno di loro, ma non è escluso che presto si costituiscano alla Digos veronese. Il pm: "E' preterintenzionale" L'imputazione contro i 5 giovani responsabili della morte di Nicola Tommasoli resta finora genericamente omicidio. Sarà un esame di carattere medico legale a stabilire il capo di imputazione. Se omicidio preterintezionale - il gruppo violento ha aggredito senza la volontà di uccidere - o volontario nel caso in cui si dovessero riscontrare lesioni di natura talmente violenta tali da provocare volontariamente la morte dell'aggredito. Secondo il procuratore aggiunto di Verona Mario Giulio Schinaia, la nuova ipotesi dovrebbe essere quella di omicidio preterintenzionale in quanto al momento non ci sarebbero elementi che possano sostenere che l'evento morte era voluto.
Ultrà neofascisti. La cattura è stata resa possibile dopo che ieri Dalle Donne aveva confessato di essere uno degli autori dell'aggressione a Tommasoli, 29 anni, ucciso nel centro di Verona solo perché si era rifiutato di offrire una sigaretta. Dalle Donne, 19 anni, interrogato dal magistrato Francesco Rombaldoni, titolare dell'inchiesta, è un ultrà neofascista già responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze negli stadi. "Vorrei essere il padre della vittima anziché il padre di mio figlio", avrebbe detto ieri tra le lacrime il padre di Raffaele Dalle Donne, al momento dell'arresto del figlio. Ragazzi di buona famiglia. I tre arrestati sono tutti giovani di buona famiglia che frequentano lo stadio, la curva sud del Bentegodi, e che hanno sporadicamente partecipato a manifestazioni di estrema destra. Malgrado la marcata connotazione politica degli aggressori, secondo quanto detto dagli investigatori nel corso di una conferenza stampa, a scatenare il pestaggio non ci sono ragioni politiche. "Il pestaggio - ha detto il questore di Verona, Vincenzo Stingone - è avvenuto per motivi futili: una sigaretta negata". La testimonianza: "Erano delle bestie". Al tg Studio Aperto, uno dei due amici che era con la giovane vittima ha raccontato il pestaggio. "C'erano i ragazzi, noi stavamo passeggiando, ci hanno chiesto una sigaretta, anche con un tono un po' strano. Noi abbiamo risposto di no e abbiamo continuato a camminare per la nostra strada senza fermarci. Quando ho fatto per girarmi - ha aggiunto - uno mi ha sferrato un pugno, da lì è cominciato tutto. Due minuti di panico, faccio fatica adesso perchè ho preso tante botte, mi tiravano per i capelli, sono caduto più volte e ho cercato di difendermi come potevo, per fortuna mi sono girato, altrimenti potevo esser lì al posto del mio amico. Cosa ci dicevano? No, non insulti - ha aggiunto - ci davano le botte ma non dicevano niente. Erano delle bestie, non c'è un motivo né niente". La vittima-testimone ribadisce l'aggressione alle spalle: "Se Nicola si fosse girato probabilmente non sarebbe lì - dice l'amico, riferendosi alla rianimazione - si sarebbe potuto difendere, avrebbe avuto solo qualche botta".
(5 maggio 2008)

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